Tua, il romanzo di Claudia Piñeiro

E’ stato definito una tragedia romantica (Deutsche Welle), un thriller tragicomico (Rosa Montero), si potrebbe aggiungere un noir satirico che dipinge, con estrema delicatezza e maestria, una famiglia borghese che, apparentemente, sembra non celare alcun disagio sociale. Si tratta del romanzo di Claudia Piñeiro, Tua, pubblicato dalla casa editrice Feltrinelli. 

Ambientato a Buenos Aires, il libro narra la storia di  Inés, casalinga e moglie devota dell’imprenditore Ernesto, che decide di seguirlo una sera uggiosa, dopo aver trovato nella borsa del marito un biglietto scritto con il rossetto e firmato Tua. L’auto di Ernesto si arresta davanti al Parco Bosques de Palermo. Inés si apposta nei paraggi. Scende e lo segue. Piove a dirotto e, se non fosse stato per una giusta causa, non sarebbe mai uscita in piena notte soprattutto per pedinare il marito. Ma la scoperta, per un momento, la lascia senza parole: Ernesto la tradisce con Alicia, la segretaria. Eppure tra i due l’incontro non sembra dei più felici, Ernesto la respinge, alza la voce e infine la allontana con una spinta. Alicia cade, batte la testa e muore. Inés ha visto tutto. E’ la sola testimone. Raggiunge la macchina e decide di tornare a casa,  trovare tutte le prove della relazione extraconiugale di Ernesto nascoste nella ventiquattrore e in altri impensabili angoli della casa e nasconderle. 

Inés ha preso la sua decisione: fornirà, qualora ce ne sarà bisogno, un alibi al marito. Ma la situazione non è così semplice come potrebbe sembrare. Il litigio tra Alicia ed Ernesto celava delle ragioni precise che Inés, nella sua semplicità, non ha saputo cogliere. Si scoprirà che, mentre la moglie cerca di architettare l’alibi perfetto (come perfetta avrebbe dovuto essere la sua vita), Ernesto se la spassa con una ragazza, ben più giovane di Inés e dell’ormai defunta Alicia: si chiama Charo, la nipote di Alicia. E il cerchio non si chiude. 
Le indagini serrate della polizia, dopo mesi di ricerca del corpo di Alicia, coincidono con la presa di coscienza, da parte di Inés, di essere stata sfruttata come donna e come moglie. 
Una serie di colpi di scena sorprenderanno il lettore, accompagnandolo verso un finale inaspettato per chiunque.

Claudia Piñeiro (drammaturga e sceneggiatrice argentina oltre che scrittrice) dimostra di possedere una scrittura intensa, pulita, che nella sua semplicità, rovescia la prospettiva e tratta, con forza, tenacia, passione e anche con un pizzico di sano umorismo, l’adulterio, le dinamiche familiari della  borghesia, il sacro vincolo del matrimonio. L’ingenuità di Inés è l’ingenuità di tutte le donne che pensano che “dopo vent’anni, il matrimonio smette di essere quello che è per diventare quello che uno crede che sia” non accorgendosi di cozzare con l’identità di un marito che, negli anni, è mutata: la sacralità del matrimonio si trasforma in sacralità da esibire. Ma nel privato c’è tutt’altro. 

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