La Biennale di Venezia. 58°Esposizione Internazionale d’Arte: May You Live In Interesting Times

#BiennaleArte2019 #MayYouLiveInInterestingTimes 
58°Esposizione Internazionale d’Arte
Giardini e Arsenale,
Esposizioni 11 maggio – 24 novembre 2019
Venezia, Italia

Padiglione Centrale Giardini_Photo by Francesco Galli_Courtesy of La Biennale di Venezia

«Il titolo di questa Mostra può essere letto come una sorta di maledizione - ha dichiarato il Presidente Paolo Baratta - nella quale l'espressione "interesting times" evoca l'idea di tempi sfidanti e persino minacciosi. Ma può essere anche un invito a vedere e considerare sempre il corso degli eventi umani nella loro complessità, un invito pertanto che ci appare particolarmente importante in tempi nei quali troppo spesso prevale un eccesso di semplificazione, generato da conformismo o da paura. E io credo che una mostra d'arte valga la pena di esistere, in primo luogo, se intende condurci davanti all'arte e agli artisti come una decisiva sfida a tutte le inclinazioni alla sovrasemplificazione.»  «Sono trascorsi vent’anni dalla presentazione, in queste stesse stanze, della mia prima Mostra - ha ricordato il Presidente - dopo l'importante riforma della Biennale del 1998. Posso dirvi che sono stati tutti very interesting times. Rispondemmo con scelte di ‘apertura’ ai molti critici che imputavano alla Biennale con i suoi ‘padiglioni dei Paesi’ di essere fuori moda; erano anni in cui era in voga l'elogio del cosmopolitismo e della globalizzazione. Trascorsi vent'anni oggi c'è chi solleva il dubbio se il cosmopolitismo sia stato anche un modo di esercitare una sorta di dominio (soft power) da parte delle società e delle economie dominanti.» «Ricordo a questo proposito – continua Baratta - che la parola "aperto" più di ogni altra risuonava tra noi negli anni iniziali e caratterizzò le nostre scelte nel 1999 e 2001: ‘aprire’ nuovi spazi, ‘aprire’ la mostra verso una rappresentazione dell'arte come fenomeno dell'umanità (dAPERTuttO fu il titolo della prima di queste biennali, Platea dell'Umanità quello della seconda; quei titoli sono stati il sottotitolo di tutte le seguenti edizioni).» « In questi anni abbiamo aumentato i visitatori, e trovato un nuovo partner. Nel corso degli anni passati il doppio costo dei trasporti in laguna ci portava a chiedere ausili addizionali, e nei ringraziamenti e nelle didascalie comparivano molti operatori anche di mercato. L'aumento dei visitatori ci consente di ridurre notevolmente questa pratica, come potrete vedere nella drastica riduzione dei riconoscimenti sia nelle presentazioni delle opere sia nei cataloghi, con la sola eccezione di poche presenze ‘speciali’ (caratterizzate da alti costi di realizzazione e/o trasporto). I visitatori sono diventati il nostro principale partner; più della metà ha meno di ventisei anni. Ricordare questo risultato mi pare il modo migliore per festeggiare i vent’anni trascorsi dal 1999.» «Vogliamo offrire un’aperta palestra dove i visitatori possano sentirsi ingaggiati in incontri con le opere e gli artisti, nello scoprire direttamente ‘l'altro da sé’ che l'opera d'arte offre. Ci teniamo alla sequenza secondo la quale, entrando nella Mostra, ‘il pubblico’ diventa ‘visitatore’, che poi diventa ‘osservatore’ dell'opera; segue il necessario spaesamento prima, 
l'impegno e la scoperta poi, quasi un esercizio di scherma. La condivisione di questi indirizzi è anche una delle ragioni per cui abbiamo chiesto in questo ventesimo anniversario la collaborazione di Ralph Rugoff.» - (Per il testo integrale di Paolo Baratta si rinvia al sito ufficiale) 

Gaggiandre-Photo by Andrea Avezzu - Courtesy of La Biennale di Venezia
Gaggiandre2-Photo by Andrea Avezzù-Courtesy of La Biennale di Venezia

La Mostra è divisa in due presentazioni distinte, la Proposta A all’Arsenale e la Proposta B al Padiglione Centrale ai Giardini, includendo 79 artisti provenienti da tutto il mondo. 


«Molte delle opere esposte affrontano le tematiche contemporanee più preoccupanti – spiega Ralph Rugoff - dall’accelerazione dei cambiamenti climatici alla rinascita dei programmi nazionalisti in tutto il mondo, dall’impatto pervasivo dei social media alla crescente disuguaglianza economica. Tuttavia, dobbiamo partire dal presupposto per cui l’arte è più di una mera documentazione del periodo storico in cui viene realizzata.» «May You Live In Interesting Times mette in evidenza opere la cui forma attira l’attenzione su ciò che la forma stessa nasconde e sui molteplici scopi perseguiti dalle opere. Forse, indirettamente, queste opere possono diventare una sorta di guida per vivere e pensare in ‘tempi interessanti’. Possiamo senza dubbio imparare qualcosa dal modo in cui gli artisti di questa Biennale sfidano le consuetudini del pensiero e ampliano l’interpretazione che diamo a oggetti e immagini, scenari e situazioni decisamente eterogenei.» «Ho pensato che questa Biennale, per poter focalizzare l’attenzione sulla molteplicità esemplare di queste pratiche artistiche caratterizzate da indagini aperte e sfaccettate, dovesse adottare un approccio leggermente diverso dal solito, ed è per questo motivo che non presenta una narrazione complessiva o una tematica generale. Per sottolineare le complessità fluide di questo tipo di arte, ho deciso di apportare un piccolo cambiamento al formato consolidato della Biennale Arte: May You Live In Interesting Times è divisa in due presentazioni distinte, la Proposta A all’Arsenale e la Proposta B al Padiglione Centrale ai Giardini. Le opere esposte nelle due sedi, insieme all’atmosfera che evocano, sono piuttosto diverse, non tanto perché si sviluppano attorno a concetti o princìpi separati, bensì perché mostrano aspetti diversi della pratica di ciascun artista.» «I nostri incontri con le opere d’arte sono per forza di cose influenzati dai contesti architettonici che le ospitano, e gli allestimenti e le condizioni di fruizione diversi proposti da questi due luoghi creano una spaccatura nell’esperienza che viviamo visitando le mostre che vi vengono allestite. Questa edizione trasforma questa separazione in un punto di forza. La Biennale Arte 2019 comprende anche novanta padiglioni nazionali che affiancano la Mostra internazionale, ed è quindi da sempre strutturata in un duplice formato in cui l’utopismo della mostra internazionale è bilanciato dalle manifestazioni di carattere nazionale presentate nei singoli padiglioni. È uno degli aspetti che rendono unica l’Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, a quanto mi risulta senza pari tra le manifestazioni omologhe e che la inserisce nella tradizione delle esposizioni internazionali nate nel diciannovesimo secolo.» «Nel saggio Opera aperta, pubblicato per la prima volta nel 1962, Umberto Eco attirò l’attenzione sulla capacità dell’arte di ispirare nuove modalità di visione e comportamento, capacità collegata al fatto di mettere instancabilmente alla prova e in discussione gli standard e le norme culturali. Un’attività, osservava l’autore, che richiedeva un continuo sovvertimento delle regole e delle convenzioni della pratica artistica coeva e la ricerca costante di conversazioni aperte anziché di esercizi di chiusura. A circa sessant’anni dalla pubblicazione del saggio di Eco, questa mostra tenta di esplorare, attraverso la produzione degli artisti che riunisce, proprio le caratteristiche dell’‘opera aperta’.» «Come hanno suggerito molti pensatori e artisti negli ultimi centocinquant’anni, le opere d’arte sono transazioni collaborative. L’artista imposta i parametri iniziali di questo processo, ma sono le reazioni e le interpretazioni associative dello spettatore a farne proseguire lo sviluppo. Tutti gli artisti che partecipano a questa mostra sono stati selezionati perché la loro produzione, 
in qualche modo, riconosce l’apertura di tale scambio, prende sul serio il ruolo dell’arte come catalizzatore che invita al dialogo, lo stimola. Questi artisti riconoscono che i significati che nascono attorno alle loro opere sono radicati non tanto negli oggetti quanto nelle conversazioni che ne ampliano e moltiplicano i significati e gli usi possibili. Le loro opere sono in grado di accogliere questo tipo di scambio anche perché propongono al pubblico vari punti d’accesso, presentando elementi immediati e coinvolgenti. Coltivando in vari modi tali caratteristiche, le opere di May You Live In Interesting Times offrono un’ospitalità profonda: non accolgono soltanto la presenza del pubblico, ma anche le sue interpretazioni e il suo approccio critico.» «In ultima analisi, l’aspetto più importante di una mostra non è ciò che accade all’interno dello spazio espositivo, bensì il modo in cui il pubblico utilizza l’esperienza in un secondo momento, per ripensare realtà quotidiane da prospettive ampliate. Una mostra, in altre parole, dovrebbe trarre il meglio dall’abilità dell’arte di mostrare alle persone modalità fino ad allora trascurate di esistere nel mondo, affinché possano modificare – anche se per poco – la propria visione di quel mondo e la posizione che occupano al suo interno. Ecco cosa significa vivere in tempi interessanti.» - (Per il testo integrale di Ralph Rugoff si rinvia al sito ufficiale) 

Arsenale

Arsenale

Arsenale


Partecipazioni Nazionali 

La Mostra sarà affiancata da 90 Partecipazioni Nazionali negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Sono 4 i paesi presenti per la prima volta alla Biennale Arte: Ghana, Madagascar, Malesia e Pakistan. La Repubblica Dominicana partecipa per la prima volta alla Biennale Arte con un proprio padiglione. 

Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane, si intitola Né altra Né questa. La sfida al labirinto ed è a cura di Milovan Farronato.  


Eventi Collaterali

Sono 21 gli Eventi Collaterali ammessi dal Curatore e promossi da enti e istituzioni nazionali e internazionali senza fini di lucro. Organizzati in numerose sedi della città di Venezia, propongono un'ampia offerta di contributi e partecipazioni che arricchiscono il pluralismo di voci che caratterizza la Mostra. 

Progetti Speciali realizzati dalla Biennale di Venezia 

Progetto Speciale Forte Marghera, Mestre Ludovica Carbotta, tra gli artisti presenti all’Esposizione Internazionale, è stata invitata da Ralph Rugoff per un intervento specifico a Forte Marghera. Carbotta presenta una nuova installazione scultorea, Monowe (The Powder Room, 2019), che esplora i modi in cui l’immaginazione umana può scatenare emozioni potenti anche senza un reale pericolo imminente.  «Consolidiamo quest’anno la nostra presenza a Forte Marghera – ha commentato il Presidente Paolo Baratta - con una mostra allestita all’interno della Polveriera austriaca. Rugoff ha offerto agli artisti l'opportunità di presentare ciascuno due opere distinte che riflettono aspetti diversi della loro pratica e creano un dialogo tra l’Arsenale e i Giardini. Nel caso di Ludovica Carbotta la sua opera qui a Forte Marghera fa riferimento all’altro suo lavoro presente all'Arsenale. Tale approccio rafforza la piena integrazione tra l’Esposizione Internazionale e quanto mostrato in questo luogo.» 

Ludovica Carbotta

Forte Marghera

Forte Marghera

Progetto Speciale al Padiglione delle Arti Applicate, Arsenale, Sale d’Armi. Per il quarto anno consecutivo, la collaborazione tra La Biennale di Venezia e il Victoria and Albert Museum di Londra ha reso possibile il Progetto Speciale del Padiglione delle Arti Applicate ospitato nelle Sale d’Armi dell’Arsenale, organizzato congiuntamente dalle due istituzioni. Era ora è il titolo della mostra di Marysia Lewandowska, l’artista selezionata dal curatore della Biennale Arte 2019, Ralph Rugoff.  «Quest’anno il progetto di mostra trova l’ispirazione nella visita all’Archivio Storico della Biennale e alle collezioni del V&A, spiega il Presidente Baratta. Marysia Lewandowska rivolge la sua attenzione alla storia della Biennale e, in particolare, alle sue origini, rimanendo colpita dal netto predominio di "uomini" tra le persone citate nella sua storia ufficiale fin dalla fondazione.» 

Meetings on art è il programma di conversazioni, dibattiti e performance che si svolgerà durante tutto il periodo di apertura della Mostra e vedrà i protagonisti della mostra dialogare con i visitatori per svelare qualcosa in più di May You Live In Interesting Times. Lara Favaretto discuterà con la storica dell'arte e curatrice Angela Vettese (14 giugno); Dominique Gonzales-Foerster, Tomàs Saraceno, Margaret Wertheim e Anicka Yi incontreranno Ralph Rugoff in una conversazione sulla relazione tra l’arte e le tematiche tecnologiche, sociali e ambientali (14 e 15 settembre). Nell'ambito del Progetto Speciale del Padiglione delle Arti Applicate si terrà un simposio su Felicita Bevilacqua La Masa (22 ottobre). Infine, Paolo Baratta e Ralph Rugoff incontreranno il pubblico domenica 24 novembre al Teatro alle Tese dell’Arsenale per discutere sull'eredità della Biennale Arte 2019.  Un ricco programma di performance durante il weekend di apertura e le giornate conclusive di Mostra, renderanno vivi gli spazi attorno ai Giardini della Biennale, le aree esterne e gli spazi interni in episodi di varia natura e durata. Una serie di performance con programma giornaliero, creeranno uno spazio dedicato allo svolgimento di narrazioni più concentrate al Teatro alle Tese e al Teatro Piccolo dell'Arsenale (organizzazione artistica Aaron Cezar; con il supporto aggiuntivo di Arts Council England e Delfina Foundation). In relazione all’installazione Thinking Head di Lara Favaretto al Padiglione Centrale dei Giardini, e per tutta la durata della nuvola di vapore che si alzerà davanti alla sua facciata, si terranno una serie di “dialoghi clandestini” in tavole rotonde a porte chiuse in Arsenale, all’interno di uno spazio performativo simile a un bunker. Non sono previsti spettatori, ma i dialoghi saranno registrati e resi disponibili online sul sito della Biennale. (Per maggiori dettagli rinviamo al programma dettagliato consultabile sul sito de La Biennale). 

Lara Favaretto


Biennale Sessions, il progetto per le Università 

Per il decimo anno consecutivo La Biennale dedica il progetto Biennale Sessions alle Università, alle Accademie e a tutte le istituzioni operanti nella ricerca e nella formazione nel campo delle arti, dell’architettura e nei campi affini. L'obiettivo è quello di offrire una facilitazione a visite di tre giorni da loro organizzate per gruppi di almeno 50 tra studenti e docenti, con la possibilità di organizzare seminari in luoghi di mostra offerti gratuitamente e assistenza all'organizzazione del viaggio e soggiorno (si veda la scheda allegata). Educational La Biennale ha dato crescente importanza all’attività formativa nel corso dell’ultimo decennio, sviluppando un forte impegno nelle attività cosiddette “Educational” verso il pubblico delle Mostre, le università, i giovani e i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado. Con le grandi Mostre degli ultimi due anni sono stati complessivamente 114.814 i soggetti coinvolti, di cui 68.794 i giovani partecipanti alle attività Educational. Anche per il 2019 è prevista un’ampia offerta rivolta a singoli e gruppi di studenti, bambini, adulti, famiglie, professionisti, aziende e università. Tutte le iniziative puntano al coinvolgimento attivo dei partecipanti, sono condotte da operatori selezionati e formati dalla Biennale e si suddividono in Percorsi Guidati e Attività di Laboratorio. 

Per approfondimenti sui Padiglioni rinviamo ai seguenti articoli:


Padiglione Italia
Padiglione Venezia

Informazioni e Tickets

Biennale Arte 2019
May You Live In Interesting Times: 
https://www.labiennale.org/en/art/2019/information#tickets

11 May > 24 November 2019
closed on Mondays (except 13 May, 2 September, 18 November)

Giardini: open 10 am to 6 pm
Arsenale: open 10 am to 6 pm
Arsenale: on Fridays and Saturdays, until 5 October, open 10 am to 8 pm

Forte Marghera:
7 May > 6 October 2019, open 1 pm to 9 pm
closed on Mondays

Nessun commento:

Copyright by Sara Durantini. Riproduzione riservata. Powered by Blogger.