Gli Architetti di Bruno Zevi: in mostra al MAXXI la Storia e controstoria dell’architettura italiana 1944-2000

GLI ARCHITETTI DI ZEVI.
Storia e controstoria dell’architettura italiana 1944-2000
Fino al 16 settembre 2018
Maxxi Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo
Via Guido Reni 4A 00196 Roma
#GliArchitettiDiZevi



In occasione del centenario della nascita, il MAXXI dedica una grande esposizione alla figura di Bruno Zevi e al suo multiforme lavoro di storico, docente, progettista, politico, broadcaster radiofonico e televisivo. In mostra, insieme a riviste, libri, manifesti, documenti audio e video del suo lavoro, i progetti di 38 tra gli architetti che promuoveva, da Carlo Scarpa a Pier Luigi Nervi, da Franco Albini a Maurizio Sacripanti, da Piero Sartogo a Renzo Piano.

No all'architettura della repressione, classicista barocca dialettale. Si all'architettura della libertà, rischiosa anti-idolatrica creativa. 

Bruno Zevi 


L’Architettura non è fatta solo di edifici, progetti e disegni, ma ci sono anche intellettuali, teorici, storici che con il loro impegno critico, civile e anche politico hanno contribuito a influenzare le vicende architettoniche nazionali e internazionali per tutto il Novecento.
Bruno Zevi è probabilmente la figura che meglio rappresenta questo mix di arte e cultura, una figura che chiameremmo oggi multitasking e che difatti calza a pennello nel professionista e nell'uomo Bruno Zevi. 
Storico-architetto-attivista, Zevi ha esteso il compito del critico di architettura in direzione dell’arte, della politica, della comunicazione. Il centenario della sua nascita arriva quindi a proposito come l’occasione ideale per consentire al MAXXI di ripercorrerne l’operato e di registrare come dietro Zevi si nasconda un patrimonio essenziale alla comprensione della storia politica e culturale degli ultimi decenni. Il museo ha scelto di affrontare il difficile compito di esporre una traiettoria attraverso tre livelli principali di narrazione.
Il primo è un resoconto “illustrato” della biografia di Zevi, ricostruita attraverso le sue parole e le sue azioni pubbliche.
Il secondo presenta una selezione di progetti e architetti pubblicati nei suoi libri e nelle sue riviste, commentati dalle sue stesse parole, come fosse un “curatore postumo” della mostra.
Il terzo livello espositivo è quello che affronta il suo funambolico attivismo nel campo della comunicazione dell’architettura. 






Gli architetti di Zevi. Storia e controstoria dell’architettura italiana 1944 – 2000, realizzata con la Fondazione Bruno Zevi e curata da Pippo Ciorra e Jean-Louis Cohen, la mostra espone riviste, libri, manifesti, documenti audio e video del suo lavoro, oltre a materiali relativi ai progetti.
Tutti i documenti provengono da preziosi fondi archivistici del MAXXI Architettura, della
Fondazione Bruno Zevi e di altre autorevoli istituzioni nazionali, come lo IUAV di Venezia, lo CSAC di Parma, la Fondazione Michelucci, oltre a molti altri archivi privati.






Gli architetti di Zevi. Storia e controstoria dell’architettura italiana 1944 – 2000: i materiale

A dare ordine ai materiali numerosi e diversi, una lunga timeline illustrata della vita di Bruno Zevi, con le sue opere, gli incontri cardine (Frank Lloyd Wright, Adriano Olivetti, Ludovico Ragghianti, Lionello Venturi) e le sue  accesissime battaglie. Distribuiti all’interno dell’allestimento quattro focus arricchiscono la timeline: Pensare la città moderna, che racconta la visione di Zevi “urbanista” eretico; Esporre la Storia, dedicato alle mostre epocali che cura: Biagio Rossetti (Ferrara 1956), Michelangelo (Roma 1964) e infine Brunelleschi Anti-classico (Firenze 1964); Comunicare l’Architettura, che ripercorre la sua naturale vocazione a comunicare, diffondere, sostenere, l’architettura su riviste, libri, giornali e altri media; infine Zevi contro, che rievoca la vis polemica e “resistente” che lo anima sia in campo politico che architettonico.

Gli Architetti di Zevi: i personaggi

Franco Albini, Giovanni Michelucci, Carlo Mollino, Luigi Pellegrin, Mario Ridolfi, Maurizio Sacripanti sono soltanto alcuni dei 38 architetti che la mostra mette in evidenza. I loro progetti, pubblicati e sostenuti dal critico, hanno accompagnato il percorso di Zevi in oltre 50 anni di attività critica e militante. Tra questi alcuni capolavori riconosciuti del nostro patrimonio architettonico: il Ponte sul Basento realizzato a Potenza tra il 1967 e il 1976 da Sergio Musmeci, il Padiglione del Venezuela ai Giardini della Biennale di Venezia del 1953 di Carlo Scarpa, l’edificio polifunzionale in via Campania a Roma di Lucio Passarelli (1961-1964), gli immensi volumi della Cartiera Burgo di Mantova realizzata da Pier Luigi Nervi (1961-1964), e il Monumento ai martiri delle Fosse Ardeatine di Mario Fiorentino realizzato tra il 1946 e 1949, il villaggio “La Martella” del gruppo guidato da Ludovico Quaroni a Matera (1951-1954), la Chiesa sull’Autostrada di Giovanni Michelucci (1961-1964).

Gli architetti di Zevi: il ruolo di Bruno Zevi 

La mostra fa inoltre luce sul ruolo di Bruno Zevi in una fase essenziale della vicenda architettonica italiana del dopoguerra, un periodo di incredibile vivacità e impegno, al quale lo storico romano contribuì da protagonista in tutti i momenti cruciali: dal dibattito sulla Ricostruzione alla creazione dell’APAO (Associazione per l’Architettura Organica), dalla riorganizzazione dell’INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) alla partecipazione ai progetti olivettiani, fino alla creazione dell’In/Arch (Istituto Nazionale di Architettura) e alla fondazione di due riviste importanti come Metron e L’Architettura. Cronache e Storia. La mostra documenta anche l’impegno diretto e militante di Zevi nella vita politica e nella battaglia per riportare la democrazia in Italia negli anni della Seconda guerra mondiale. Attivo nella propaganda antifascista negli anni dell’esilio, da Boston, New York e Londra, membro mai pentito del Partito d’Azione fin dalla sua nascita, socialista, deputato dei Radicali di Pannella, sempre pronto alla polemica e alla discussione.



Il catalogo

L’ampio catalogo, curato da Pippo Ciorra e Jean-Louis Cohen, è pensato in modo da completare la documentazione relativa alla mostra e ai progetti scelti, con uno sguardo sull’influenza e gli interessi dell’autore in ambito internazionale.

Approfondimenti e incontri

Accompagna la mostra un programma di 3 incontri che approfondiscono il pensiero e il ruolo di Zevi.

  • Giovedì 26 aprile alle 18.00: La politica delle idee, protagonisti Jean-Louis Cohen, Pippo Ciorra e Massimo Teodori, giornalista e storico. 
  • Venerdì 4 maggio, sempre alle 18.00, si parlerà di Comunicare l’architettura con il semiologo Paolo Fabbri e la storica dell’architettura Alessandra Muntoni. 
  • Mercoledì 6 giugno alle 18.00, con Claudio Gambia, storico dell’arte, e Roberto Duilio, storico dell’architettura, si parlerà di Arte e Architettura. 


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