Venuto al mondo di Margaret Mazzantini

Venuto al mondo, edito da Mondadori nel 2008, romanzo corale che ha vinto il Premio Campiello 2009, è un libro che racchiude temi forti, dolorosi, carichi di umanità, quella stessa umanità di cui sono pregne le pagine dei romanzi della Mazzantini (come abbiamo potuto vedere qualche giorno fa con la recensione all'ultimo romanzo Nessuno si salva da solo). Un'umanità che scuote il lettore, risvegliandolo dal torpore che assopisce i sensi e atrofizza la mente. La stessa autrice ha ammesso, in più interviste, anche recenti, che il suo lavoro ha senso solo nel momento in cui le persone le raccontano le sensazioni che hanno provato leggendo i suoi libri. La Mazzantini dice infatti di credere "nel giudizio della gente normale, la gente che non guarda solo la televisione, ma legge anche i libri".

Venuto al mondo racconta una delle guerre più recenti della storia europea, la guerra tra Serbi e Bosniaci che ha colpito, fra le tante città, soprattutto la capitale bosniaca Sarajevo. La scrittrice descrive uno scenario terribile, che non porta vincitori ma solo vinti. Una guerra tra lacrime e disperazione, che uccide  giovani corpi innocenti ma anche gli animi degli stessi cecchini, una guerra senza pietà, morta anch'essa come le sue vittime. A Sarajevo dove i segni di una rabbia etnica, di un odio atavico, sono visibili tuttora, Gemma, la protagonista, ritorna sulle tracce di un  passato lasciato cadere tra le macerie delle case e dei palazzi. Gemma parte da Roma, insieme al figlio Pietro, in seguito all'inaspettata telefonata di Gojko, poeta e suo carissimo amico, che la informa di una mostra che sta allestendo in ricordo dell'assedio da parte delle truppe serbo-bosniache. Tra le foto esposte ce ne saranno alcune di Diego.

Una serie di flashback la porteranno a ricordare la sua vita negli anni Novanta, i primi incontri con Diego, il suo grande amore nonché padre di Pietro. Il suo sarà un viaggio introspettivo, nel ricordo della battaglia personale, una terribile menomazione all'utero, combattuta mentre un'altra battaglia (quella appunto tra due etnie), altrettanto tragica e dolorosa, si stava consumando davanti ai suoi occhi e a quelli di Diego. Eppure Gemma non si diede per vinta, sconfisse il dolore personale ricorrendo ad una soluzione discutibile, probabilmente avventata o poco convenzionale: scegliere un'altra donna come genitrice del suo bambino. 

Venuto al mondo rappresenta una storia privata e universale al tempo stesso, una storia in cui la vita vince sulla guerra: la nascita di Pietro è una speranza non solo per Gemma e Diego ma anche per coloro che le stanno attorno, anche per chi non li conosce e li guarda da lontano. 

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