La cartella del professore: eleganza e ironia nel libro di Hiromi Kawakami

L’eleganza della cultura giapponese, i toni pacati, gli atteggiamenti dimessi, la compostezza che non abbandona le persone, mai. In nessuna situazione. Una melodia leggera, un equilibrio perfetto, la ricerca del non detto, del nascosto, del recondito. E’ questo quello che sembra scaturire nel viaggio di conoscenza e d’amore che accompagna il lettore, fin dalla prime pagine, nel romanzo di Hiromi Kawakami, La cartella del professore, edito da Einaudi.



Matsumoto Harutsuna, un anziano professore di liceo incontra, dopo parecchi anni, una sua allieva, ormai donna vicina alla quarantina. Sarà proprio lei, Omachi Tsukiko, a riconoscerlo ma non si presenterà subito, aspetterà che sia il professore a riconoscere i segni del tempo sparsi sul viso e sul corpo, intravedendo un volto noto alla sua memoria.

Il loro primo incontro, in un ristorante che secondo il professore non di addice ad una giovane donna, sancisce l’inizio di un rituale che durerà settimane. Le settimane si trasformeranno in mesi e i mesi in anni. Una scoperta scandita da tazze di saké, zuppe, alghe e pesce, dall’atmosfera vellutata di Tokyo, che muta di stagione in stagione davanti agli occhi schivi del professore, e alla donna, giovane ma non più come un tempo. Le loro anime si incontreranno creando momenti fondamentali, ma assai fugaci, per la loro esistenza.

Hiromi Kawakami è nata a Tokyo nel 1958. Scrittrice e critica letteraria, è considerata una delle voci più autorevoli del panorama letterario giapponese. L’eleganza della sua scrittura, velata d’ironia e sensualità, rendono questo libro una perla che speriamo faccia risplendere il Giappone.

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