Recensione: Andromeda Heights - Banana Yoshimoto

Le persone si trasformano a poco a poco nell'impronta che hanno dato alla loro vita.
B. Yoshimoto


Andromeda Heights - Il Regno 1
Banana Yoshimoto
Feltrinelli editore


Tommaso, in un passo del suo vangelo, parla di salvezza e distruzione: "Se darete alla luce ciò che è dentro di voi, ciò che darete vi salverà. Se non darete alla luce ciò che è dentro di voi, ciò che non darete alla luce vi distruggerà". Ebbene questa è una frase che mi ha sempre colpita per la sua forza e per le rappresentazioni che evoca. Sottesa in questa frase vi è l'immagine che svela il destino degli uomini, i legami umani e i legami tra le persone e il mondo circostante. Un flusso costante e vitale, una condizione difficile da raggiungere (soprattutto se pensiamo all'uomo moderno).

Shizukuishi tenta di trovare l'equilibrio che la riconcilia con se stessa e con il mondo naturale prima ancora che con le persone. Cresciuta in una "casa sul fianco di una montagna / sopra alle nubi accanto al cielo", la nonna le insegna ad ascoltare le piante e a respirare l'aria rarefatta della notte, a prendersi cura dei passanti che giungono fino alla loro casa  con il cuore gonfio di speranze, attendendo gli infusi "miracolosi" di un'anziana venerata come Buddha.

A diciott'anni il mondo arcano di cui lei conosce ogni minimo dettaglio si sgretola, l'equilibrio viene meno a causa dei lavori di valorizzazione del territorio che, da valle, stanno facendo sentire i loro effetti (negativi) fino alle pendici della montagna. Le piante rispondono ai mutamenti indebolendosi, gli effetti benefici delle loro foglie diminuiscono. La vita in quella casa sta perdendo significato. Le due donne prendono strade differenti, ognuna raggiunge un luogo dove, spera, di poter vivere (ancora) secondo natura. Per Shizukuishi il profondo legame con la terra le offre la possibilità di non dimenticare e continuare a vivere, almeno nel ricordo, in quel mondo fatato.

La città le si presenta diversa da come l'aveva immaginata. Morsa da una solitudine metropolitana di matrice pessoana, Shizukuishi tenta, disperatamente, di trovare un equilibrio, una soluzione a questo malessere cittadino. Lo sguardo di Shizukuishi, avvicinabile a quello di un flâneur postmoderno, osserva i vicini di casa, i passanti per le strade, ma cede agli occhi "pigri" di Kaede, suo secondo maestro dopo l'anziana nonna. 

Un rapporto, quello tra Shizukuishi e Kaede, che non scade in una banale storia d'amore ma fa parte di quel grande progetto che vede la giovane ragazza riconciliarsi con la natura e con le persone che la circondano attraverso un processo di elevazione spirituale che solo con Kaede riesce a raggiungere. Figura sostitutiva della nonna, il maestro sarà un tassello fondamentale affinché Shizukuishi riesca a dare alla luce quello che c'è dentro di lei. Per la salvezza dovete attendere Il dolore, le ombre, la magia.

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