Un piccolo capolavoro: Acqua di mare di Charles Simmons

Nell'infinita meraviglia della natura, il mare conserva quella purezza ancestrale che solo un cantore come Omero poteva esaltare. Da quelle acque scure ha estratto guerre e spettacoli naturali, magie, musiche, amori. Il mare è stato il palcoscenico delle sue più grandi opere, la terra una meta mai pienamente desiderata dai suoi eroi. 
Virgilio ha dato al mare un ruolo assai ambiguo: culla del fondatore di Roma e, più tardi, depositario di tanti segreti. Il mare non si è esaurito con i grandi poeti della storia letteraria ma ha fatto da cornice anche ad opere vicine ai giorni nostri, basta pensare all'immagine che ne dà Baudelaire ne I Fiori del male oppure all'interpretazione romantica di molti scrittori e poeti del Novecento come Campana e Ungaretti, ma anche Saba e Montale mentre per Palazzeschi il mare diventa parodia.


Il mare come spettatore silenzioso, che non viene percepito come tale fin quando la tragicità di un evento, esplicitato ma non accettato, restituisce al lettore l'immagine di un personaggio che dona e toglie, che aggiunge e, talvolta, sottrae: "Nell'estate del 1963 io mi innamorai e mio padre morì annegato" è l'incipit di un piccolo capolavoro di Charles Simmons, Acqua di mare (Rizzoli, 2007) recentemente ripubblicato da Edizioni Sur nella traduzione di Tommaso Pincio. "Le onde dal lato dell'oceano lanciavano spruzzi. Credo di avere pianto. Lacrime e acqua di mare hanno lo stesso sapore".

Agli inizi degli anni Sessanta a Bone Point si incontreranno, e trascorreranno insieme le vacanze, la famiglia di Michael (una madre che resta nell'ombra della sua depressione e un padre affascinante e dedito al figlio con il quale trascorre le sue giornate) con madame de Volange e la figlia Zina. Quest'ultima è giovane, bella e viziata e si innamora del padre di Michael, un amore che verrà da subito ricambiato scatenando l'ira del figlio che, invece, cercava di far breccia nel cuore della ragazza. 

Al di là dei soliti cliché, il rapporto tra padre e figlio è il cuore di un romanzo poetico e nostalgico, che guarda all'adolescenza di Michael come un momento di passaggio verso l'età adulta. Un libro calibrato da un lirismo narrativo e da una struttura che procede per ricordi, evocazioni, quasi una riscoperta, attraverso gli occhi di Michael e di suo padre, del legame indissolubile che unisce padre e figlio anche oltre il tempo e la morte.

L'edizione del 2007 contiene anche un'intervista all'autore, un modo, a mio avviso, di conoscere meglio Charles Simmons. Lo scrittore per anni ha lavorato come editor di una delle riviste letterarie americane più importanti, "The New York Times Book Review". In trentaquattro anni Charles Simmons ha pubblicato cinque libri, Acqua di mare è l'unico tradotto in italiano fino ad ora. Leggendo l'intervista si percepiscono i retroscena culturali di questo romanzo e l'importanza che ha avuto nella vita di Charles a partire dal fatto che il romanzo "ha richiesto molte riscritture". Nell'intervista viene dato ampio spazio a Primo Amore di Ivan Turgenev sulla base del quale Charles Simmons ha costruito l'impianto del suo romanzo. "Un storia già pronta", come lui stesso l'ha definita, per essere rimodellata e impastata di un humus nuovo. Reinventata. Che poi, come ha affermato Charles Simmons, è proprio la parte più difficile per uno scrittore.

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