Realismo metaforico e lirismo artistico nelle opere di Vladimir Kush


Vladimir Kush è stato presentato tra le pagine di questo blog alcune settimane fa, senza dare, tuttavia, il giusto spazio ad un artista che, al contrario, merita un'analisi approfondita. Osservando alcune sue foto sparse per il web, Kush potrebbe apparire come una persona eccentrica e sopra le righe. Questi aspetti in realtà nascondono uno spirito versatile e una mente libera tanto da annoverarlo ben presto tra i maggiori artisti contemporanei. 


Un'arte, quella di Vladimir Kush, che sfiora il surrealismo anche se l'artista stesso definisce le sue opere appartenenti al realismo metaforico. Quando si parla di realismo metaforico non possiamo non pensare alla drammaturgia odierna che racconta i tempi moderni con lucida e disillusa precisione e parla al grande pubblico. I sentimenti giocano un ruolo fondamentale nella drammaturgia realistico metaforica purchè siano raccontati con onestà e sincerità d'animo.



Ebbene anche per quanto concerne la pittura, il realismo metaforico utilizza un linguaggio simile. Se focalizziamo l'attenzione sulle opere di Vladimir Kush notiamo che si tratta un'arte a metà strada tra il surrealismo e il lirismo metafisico. In quest'ottica la pittura realistico metaforica tende a rappresentare quella che De Chirico definiva la "metafisicità delle umane costruzioni" trasfigurata grazie, ed attraverso, la metafora. Alternando un continuo gioco di rimandi (dalla realtà all'irrealtà e viceversa), il realismo metaforico di Vladimir Kush diventa poesia e, al tempo stesso, lirismo artistico.


I corsi d'arte sperimentale che l'artista russo frequentò da bambino ebbero il merito di infondere un'assoluta libertà nei confronti dell'arte e delle tecniche pittoriche. Inoltre la sperimentazione ha reso l'artista piuttosto versatile e aperto a più linguaggi iconici. Il bisogno di sentirsi libero si accompagnò, ben presto, ai sogni e alla fantasia: grandi spazi aperti da raggiungere e superare per andare oltre, sempre più in là verso un luogo altro, una terra che non appartiene a nessuno. 


Ma questi sogni non restarono relegati all'infanzia di un bambino dalla fervida immaginazione, proseguirono e divennero realtà quando Vladimir Kush iniziò a frequentare l'Istituto d'Arte di Mosca, a 17 anni e successivamente ad esporre in mostre collettive (in seguito al servizio militare, periodo in cui Kush si fece notare per le sue doti artistiche).


E i viaggi, in giro per il mondo, non tardano ad arrivare. Negli anni Ottanta Kush vola a Los Angeles esponendo venti nuove opere. Il debutto in America lo consacra tra i pittori surrealisti contemporanei. Eppure l'artista (come dette sopra) ci tiene a sottolineare che la sua arte abbraccia il realismo metaforico.

Attraverso la metafora, Kush raggiunge gli stati più reconditi della sua anima riversando sulla tela il suo lirismo. Il sentire dell'autore diventa la chiave per l'interpretazione dei suoi quadri. La magia, l'immaginifico, l'illusione e la disillusione, la classicità e la metafisica sono altri aspetti della pittura di Kush, la quale tuttavia non si può interpretare appieno in quanto ciò che sfugge all'umano intelletto non può e non deve erroneamente essere classificato in alcun modo.

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