Puoi chiamarmi fratello di Tiziano Gaia

Diversità, paura. Ma anche entusiasmo e voglia di farcela, di ricominciare. Sono queste le parole, o meglio, i pensieri che balzano alla mente di fronte al libro di Tiziano Gaia, Puoi chiamarmi Fratello, edito dalla Instar Libri di Torino.

Tra le pagine di questo romanzo si intreccia e si snoda una storia che non vuole essere retorica, anche se sarebbe stato facile cadere nell’errore di fronte a temi quali l’amicizia tra persone appartenenti a culture diverse, i disagi di un continente irrisolto come quello africano, ma anche i colori e gli odori di una terra che tutti attira, per svariati motivi, e che tutti rimpiangono una volta lasciata. L’autore del romanzo, riesce a raccontare, con una scrittura semplice ma non semplicistica,  l’amicizia tra Christian e Tiziano. 

Christian viene dal Camerun è un calciatore mancato, ex spacciatore, conosce Tiziano in carcere, mentre lavorano entrambi nella torrefazione della prigione. Il primo sta scontando una pena, il secondo è un uomo libero. Dopo sette anni, Christian esce dal carcere e decide di tornare nella terra natale, l’Africa. Tiziano lo seguirà ed è a quel punto che la loro amicizia si rafforzerà ancora di più, complice il Camerun, la magia di questa terra, ma anche le evidenti difficoltà che presenta.

Un viaggio attraverso due continenti vicini geograficamente ma lontani da un punto di vista culturale e psicologico, una distanza che Tiziano e Christian sembrano voler azzerare ma anche comprendere, sviscerare, andando oltre i luoghi comuni. E in questo viaggio è Christian a capire che sono messe in discussioni le sue radici: in Europa non è considerato europeo e in Africa non è più riconosciuto come africano. Mentre parla di questo con l'amico, ci vogliamo immaginare Christian con il sorriso sulle labbra, lo stesso sorriso che ogni africano porta con sé, come segno di buon auspicio.

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